Archivi tag: Santa Maria del Popolo

Quel cavallo di poco “decoro”
L’interpretazione tramandata dal Baglione sul rifacimento della Conversione di Saulo della Cappella Cerasi è ricondotta al rifiuto per il poco “decoro” della prima composizione (oggi in collezione privata Odescalchi). Le parole del critico sono chiare: “perché non piacquero al Padrone (il plurale si riferisce al rifiuto oltre che della Conversione di Saulo anche della Crocifissione […]

Le chiese di Caravaggio
Roma, città unica per gli appassionati di Caravaggio, offre la possibilità di vedere da vicino una buona parte delle opere del Merisi. Tra queste, diverse sono visitabili (gratuitamente, ad eccezione del Convento dei Frati Cappuccini di Via Veneto) nelle chiese. Vediamole. SAN LUIGI DEI FRANCESI. Ospita la Conversione di San Matteo, San Matteo e l’angelo (nella seconda versione […]

La luce e la rabbia prima, la calma e la meditazione poi
La Conversione di San Paolo della Cappella Cerasi e la Conversione di Saulo Odescalchi: due tele, medesimo soggetto, profonde differenze. La scena della Conversione Odescalchi, cronologicamente anteriore e reduce di una matrice ancora manierista, si presenta vorticosa e convulsa: Saulo (non ancora san Paolo) è a terra, letteralmente accecato dalla luce emanata dall’apparizione di […]

Caravaggio e quel cavallo indecoroso
L’interpretazione, troppo spesso scontata, è che la Conversione di san Paolo nella Cappella Cerasi rappresenti la seconda versione, che seguì al rifiuto della Conversione di Saulo, oggi nella collezione privata Odescalchi, in quanto ritenuta indecorosa dagli eredi del committente, monsignor Tiberio Cerasi. Ma, a vedere la “seconda” tela, essa è palesemente più irriverente. Il protagonista […]

Il cambio di luce e l’adattamento agli spazi: i motivi del ripensamento sulla Conversione di San Paolo
A lungo oggetto di domanda, l‘interrogativo sul perché il Caravaggio, nel rifacimento delle tele della cappella Cerasi, abbia cambiato così drasticamente la sua opera: da un dipinto fortemente drammatico ed affollato (la prima Conversione Odescalchi) a uno più sereno e pacato (la seconda versione, oggi ancora nella chiesa).