Il Martirio di Sant’Orsola – ultima opera dipinta da Caravaggio nel suo secondo soggiorno napoletano – rappresenta il momento in cui il re unno uccide, con una freccia scagliata dal proprio arco, la giovane Orsola. Caravaggio sceglie, per la narrazione della storia, il momento di massima intensità, quello in cui la santa sta per essere uccisa. Penso sia interessante, al riguardo, ripercorrere la storia che ha portato al martirio Sant’Orsola.
![Martirio di Sant'Orsola [Collezione Banca Intesa, Napoli]](https://romarteblog.files.wordpress.com/2017/08/martirio-di-santorsola-collezione-banca-intesa-napoli.jpg?w=640)
Martirio di Sant’Orsola [Collezione Banca Intesa, Napoli]
I fondamenti della storia di Sant’Orsola risalgono al IV secolo d.C., epoca in cui il senatore romano Clemazio, mentre si trovava a Colonia, ebbe una visione che gli suggerì di costruire una basilica lì dove le sante vergini avevano “fuso il loro sangue per il nome di Cristo”. Clemazio commissionò così nel sito la costruzione della chiesa, predisponendo che lì potessero essere seppellite solo vergini, in memoria delle sante martirizzate (il martirio delle vergini sarebbe avvenuto probabilmente sotto la persecuzione di Diocleziano, nel I sec). La presenza di un campo cimiteriale romano è stata in effetti confermata dagli scavi archeologici, questo va detto subito! Quanto al numero delle vergini, esso passa da 11, numero che compare nelle iscrizioni risalenti al VII secolo (11 è il numero della fiammelle che compare tra l’altro nello stemma della città di Colonia), a 11.000, ascesa dovuta quasi certamente ad un errore di trascrizione. Ad ogni modo, siano le vergini 11 o 11.000, tra di esse vi era Orsola (se ne trova menzione a partire dal IX secolo).
La ragazza aveva consacrato a Dio la sua verginità, ma il destino volle che fosse richiesta in sposa da Eterio, tra l’altro figlio di un re pagano. Al fine di sottrarsi dal matrimonio, Orsola – glielo suggerì una visione – pose come condizione per il suo matrimonio un tempo di tre anni e la promessa della conversione al cristianesimo del futuro sposo. Successivamente, per conservare la sua verginità, Orsola fuggì dalla Britannia e, insieme alle sue compagne (11 o 11.000 a seconda dei casi), giunse sulla costa tedesca. Qui, attraverso il fiume Waal (un ramo del delta del Reno) raggiunse la città di Colonia. Spinta da una nuova visione, Orsola si recò a Roma sulla tomba di Pietro. Al ritorno a Colonia, la giovane si ritrovò nuovamente di fronte a una richiesta di essere presa in moglie: questa volta a richiederla era il re degli Unni, che avevano conquistato la città. Fedele al proprio credo, Orsola scelse il rifiuto e tale fatto indusse il re unno, travolto dall’ira, a scagliarle una freccia in petto, uccidendola.
La storia è, naturalmente come in tutte le storie di martiri cristiani, una storia di dolore. L’epilogo della storia però fu però ben più lieto: l’efferatezza del crimine verso Orsola indusse il re a fuggire da Colonia insieme a tutto il suo popolo: Colonia si ritrovò così, grazie al martirio di Orsola, libera. In memoria di Orsola e delle altre vergini che in quel posto erano morte prima di lei, i cittadini di Colonia eressero lo splendido tempio cristiano che ancora oggi si staglia nei cieli della città.