Nell’Incredulità di San Tommaso Caravaggio ci porta per mano nel miracolo. Lo fa, come sempre, in modo irruento. La storia biblica la conosciamo tutti: San Tommaso, nell’apprendere che i compagni avevano visto il Signore risorto, dubbioso riferì “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”. Otto giorni dopo, Gesù ritornò e disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”. Ecco, è proprio questo il momento che Caravaggio mette in scena.
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Incredulità di San Tommaso [Bildegalerie, Potsdam]
L’azione è come sempre impattante. La scena è dominata dall’irruenza della narrazione: Cristo prende letteralmente per mano Tommaso, e lo fa quasi spingendo la mano del discepolo verso il costato. Tommaso è sbalordito, spalanca gli occhi e acciglia lo sguardo, le vene del collo sono tirate. D’altra parte, l’impressione di mettere un dito nella carne viva non è cosa da lasciare indifferenti. Cristo sembra quasi seccato dal fatto che il suo discepolo non gli abbia creduto. E difatti nel prenderlo per il braccio quasi lo strattona, tanto che Tommaso si piega poggiando l’altra mano sul fianco, quasi a sostenersi.
La rudezza del gesto spaventa gli altri due discepoli, che guardano atterriti la scena e quel dito messo nella piaga. Il vecchio dietro lo conosciamo, l’abbiamo già visto nella Cena in Emmaus (la versione di Londra, si intende), ne ricordiamo bene le orecchie a sventola!
Le figure sono gente povera, vestita senza camicia e senza orpelli. I capelli sono sporchi, disordinati; le barbe lunghe e incolte. Le mani (la cosa che mi viene per prima da guardare nelle figure del Merisi) sono segnate dal lavoro. D’altra parte, lo sappiamo, i modelli messi in posa il Merisi li prendeva dalla strada, per quattro soldi.
La luce proviene da sinistra, da dietro le spalle del Cristo, di cui ne illumina la metà del torace e il mantello, oltre che la mano che ferma tiene il braccio di Tommaso nel costato. Cristo è accigliato, e non potrebbe essere altrimenti. Pensiamo al dolore che deve aver provato mentre l’incredulo Tommaso gli affonda (è questo il termine esatto, affondare!) il dito nelle carni. Non può mancare, come sempre, il drappo rosso, questa volta coprente il discepolo sulla destra.