Il Medioevo a Roma è sempre vivo

Chi non ha mai fatto una passeggiata da Santa Maria in Cosmedin (la Bocca della verità per i turisti meno accorti) a Piazza Venezia? E chi non hai mai notato, sulla sinistra, una casa “particolare”?

Il nome.
La Casa Crescenzi fu denominata Tor Crescenzia (anche se la torre crollò nel 1312, rimanendo poi in piedi soltanto la casa), Casa di Pilato (nella rappresentazione della via Crucis qui si raffigurava la casa di Pilato), Torre del Monzone (dal termine “mansio” presente nell’epigrafe) o anche Casa di Cola di Rienzo (da un’errata identificazione del Nicolaus citato nell’epigrafe con il famoso tribuno romano).

La storia.
Casa dei Crescenzi fu eretta intorno al 1050 da Niccolò, figlio di Crescenzio e di Teodora, per controllare il molo sul ponte Emilio (odierno Ponto Rotto), che costituiva uno dei pochi attraversamenti sul Tevere e dove pertanto 
la potente famiglia romana riscuoteva il pedaggio. L’edificio fu abbandonato nel Quattrocento (non si notano rifacimenti posteriori) e venne usato in seguito come stalla con annesso fienile. Nel 1868 venne riscattato dal Governo pontificio e poi ceduto al Comune di Roma, che lo restaurò ad uso uffici.

La struttura.
L’edificio, in origine a due piani (oggi resta il pianterreno e parte del primo piano), presenta numerosi elementi di riutilizzo di architettura romana: mensole, trabeazioni, cornici e un lacunare (parte di un soffitto di edificio classico) utilizzato come balaustra della finestra in facciata. L’evidente sovrapposizione di stili ed elementi architettonici (i capitelli in cotto sulle semicolonne del lato sinistro, le mensole con amorini) denotano le numerose ristrutturazioni dell’edificio.

L’epigrafe.
Stupenda l’epigrafe latina sul portale d’ingresso:
« Nicolao, di cui è questa casa, non fu ignaro che la gloria del mondo non ha nessuna importanza di per sé; non fu la vanagloria a spingerlo a costruire questa casa, ma il desiderio di rinnovare l’antico decoro di Roma. Nelle belle case siate memori dei sepolcri e state certi, per Dio, che lì non resterete a lungo. La morte viene sulle ali; per nessuno la vita è eterna, la nostra permanenza è breve e il suo stesso corso è lieve. Se pure tu fuggissi il vento, se pure tu chiudessi cento porte, se tu comandassi mille scorte, non ti coricheresti senza la morte. Se pure ti chiudessi in un castello alto fino alle stelle, proprio là essa suole strappare anche più velocemente chiunque lei voglia. Sorge verso le stelle la casa sublime, la cui mole il grande Nicolao, primo fra i primi, eresse dalle fondamenta, per rinnovare il decoro dei padri. Del padre il nome è Crescenzo, della madre Teodora. Questa mole illustre eretta per il caro figlio, il padre che l’innalzò a Davide l’attribuì».

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